Sarà per sfortunata coincidenza, o per incredibile sfiga, ma al sottoscritto capita molto spesso, non appena abbandonate le nuove asfaltature a panno da biliardo delle vie direttamente interessate dai percorsi, spesso già in buono stato ancor prima di diventare mondiali, di ritrovarsi a percorrere strade con un manto in stato pietoso, collage di buche, tombini e rattoppi usurati come ne ho visti (giuro) soltanto nella Romania di cinque o sei anni fa. Strade che urlavano vergogna da molto tempo prima che si parlasse di mondiali e sulle quali, a quanto pare, i sette milioni di euro di spesa complessiva del piano di asfaltature sono scivolati via come l'acqua sulle piume delle oche.
Ho cominciato a fotografarle. Ma siccome mi piacerebbe capire se le incontro solo io oppure no, invito i lettori di questo blog ad aiutarmi, inviandomi eventuali altre testimonianze fotografiche per la pubblicazione. L'indirizzo è questo. Grazie.
Varese, via Duca d'Aosta
Varese, via Pirandello
1 commento:
intanto segnalo ‘a parole’ un paio di curiosità relative alla “mondiale” lavoro di asfaltatura – quella delimitazione del territorio che segna un confine netto fra i percorsi di gara e la terra di nessuno che li assedia.
una: in via campigli stanno asfaltando per la seconda volta: hanno “scartavetrato” il manto nuovo, steso non più di un mese fa, per rifarlo: perché? allora, con tempismo mirabile, rimossero l’asfalto dopo solo un giorno davanti a una villa in costruzione, presumo per fare gli allacciamenti: il comune evidentemente ignorava (puressendoci un vistoso cantiere aperto) che qual tal privato stava installandosì là e ha provveduto ad asfaltare, poi a levare una parte il giorno successivo, quindi a rattoppare. ora invece hanno lasciato l’asfalto antistante alla villa e hanno rimosso il manto stradale. mah
due: via trentini, dove scendono a gran velocità le auto dalla rotonda della questura, è stato riaperto da poco, dopo i devastanti lavori per la costruzione del parcheggio. asfaltato anche questo, dopo qualche giorno è stata fatta anche la segnaletica a terra... tranne le strisce pedonali! i pedoni che vanno e vengono lungo via bassi e via daverio continuano ad attraversare su strisce immaginarie, seguendo il percorso abituale, come i cani la traccia – del resto non ci sono oggettivamente altri punti in cui si potrebbe attraversare. guidati dall’abitudine, rischiano la vita confidando sulla memoria degli automobilisti che hanno sempre visto le strisce lì, e forse anche loro continuano a immaginarle (che non vuol dire rispettarle).
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