Mentre, con molta calma, le transenne vengono rimosse dalle strade, sarà il caso di procedere alla cerimonia di chiusura di questo blog, arrivato alla sua naturale scadenza.
Non schiaccierò il tasto rosso dell'autodistruzione, nel caso qualche ritardatario volesse ancora dargli un'occhiata, ma, dopo questo, non pubblicherò altri post, evitando di annoiarvi con gli sviluppi della mia piccola battaglia personale, quella per non pagare i due giorni di asilo nido forzatamente chiuso.
(A questo proposito, ne approfitto per invitare tutti i genitori nelle mie stesse condizioni e del mio stesso pensiero a contattarmi, per unire le nostre forze in una richiesta collettiva all'assessore.)
E ora i saluti di rito.
Prima di tutto, un saluto agli amici ostaggi, con la speranza di ritrovarci in occasioni più divertenti e di non ritrovarci presto a fare i conti con chi ha il vizio di fare i conti senza di noi.
Un saluto agli ostaggi che per comodità hanno preferito scappare (e che così facendo hanno svuotato la città, rendendo le cose molto più facili proprio a chi li ha accusava di alto tradimento, con l'aggravante del provincialismo): vi capisco, ma vi ricordo che con le soluzioni personali non si cambia una cippa di niente.
Un saluto agli anonimi ostili (o era uno solo? vedete che i nomi servono...?) e un ringraziamento per aver animato questo blog con la loro vivace incapacità di comprendere e tollerare opinioni diverse dalle loro.
Un saluto al nostro beneamato sindaco mondiale, che in questi ultimi mesi ho imparato a conoscere meglio e che quindi cercherò vieppiù di evitare nel futuro.
Un saluto al Maestro Giovanni Leoni, che con le sue installazioni ci ha divertito molto più dei Fichi d'India.
Un saluto a tutti quanti sono convinti che, dopo aver visto in tv il suo asfalto per qualche ora, tanti turisti sceglieranno Varese come meta e non se ne pentiranno.
Un saluto ai quei giornalisti locali, e uno particolare a quello col caschetto da ciclista, che dovranno tornare alla cronaca di tutti i giorni dopo essersi sentiti, a buon diritto, dei novelli De Amicis.
Un saluto speciale a Memo Remigi (mica ce l'ho con te, solo con chi ti ha scelto per l'inno).
Infine un abbraccio a quelli che, zitti zitti, sono venuti qui a vedersi il loro sport preferito, senza sporcare, senza arricchire i bottegai del centro e gli hotel fatti di corsa, senza farsi la easy card, senza capire un accidente di deliri e bandiere autonomiste, mangiando, bevendo e divertendosi come matti, senza per questo essere minimamente sfiorati dall'idea di passare qua le prossime vacanze. Siete troppo simpatici.
martedì 30 settembre 2008
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3 commenti:
Grazie a Lei Pedrazzini per aver messo in Rete questa vetrina, per me ha rappresentato un punto di vista alternativo sui Mondiali rispetto alla patetica versione dei fatti che gli organi di stampa locale continuano a propinarci con toni trionfalistici.
Continuo a sentir parlare di "Una Varese proiettata nel Mondo", ma mi chiedo quanti siano gli italiani che, a parte la diretta della gara dei professionisti di domenica (che poi è “Il Mondiale”), si siano accorti che qui stava succedendo qualcosa.
Già tra varesini è praticamente impossibile per esempio commentare lo spettacolo dei Festi visto che, tolti quelli che son riusciti ad entrare alle Bettole, nessuno è riuscito a vederlo.
Ma "gli occhi del pianeta intero erano puntati su di noi", chissà, forse in Brasile o in Francia qualcuno lo ha potuto vedere in orario decente, magari l'efficentissima BBC lo ha pure mandato in diretta, chi può dirlo.
Noi che riteniamo ormai di poter insegnare al Mondo come si organizzano certe cose siamo costretti a ripiegare sul misero video in quella finestrella sul sito della TV di Stato, video ottenuto grazie all'intraprendenza di un luvinatese (!) che ha avanzato la richiesta ricordandosi -per fortuna- di specificare di stare parlando anche "a nome di altre persone"...
Al direttore di RaiDue, residente a Varese da diversi anni e sedicente "appassionatissimo di ciclismo" che potesse interessare a qualcuno (nonostante le migliaia di persone inferocite rimaste fuori dall'ippodromo quella sera)-per sua stessa ammissione- non è venuto in mente.
Sinceramente senza questa "Varese 2008" non mi sarei reso conto di quanto è ancora provinciale la mia città.
Chiudo spezzando una lancia per il simpatico Remigi che secondo me, col suo ritornello che gioca con il nome della città e la sigla della provincia, è perfettamente adeguato al livello della manifestazione (che è sostanzialemente una grande sagra paesana, popolare e “casereccia”, come lo sport del ciclismo)
da lui in avanti è stata tutta una grossa esagerazione.
Un cordiale saluto con l'augurio di poterci presto rincontrare, ma con l'auspicio di ritrovarci invischiati in un altro "grande evento" organizzato da questi signori non prima di altri 57 anni.
___
Guz
http://www3.varesenews.it/comunita/sondaggi/risultati.php?id=94
VOTATE VOTATE VOTATE
gli esiti del sondaggio parlano chiaro: noi ostaggi siamo tantissimi!
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