Stamattina, mentre percorrevo in auto la strada che da Casciago scende a Calcinate Del Pesce per accompagnare mia figlia al nido, ripensavo all'articolo che avevo letto poco prima su La Provincia.
Dopo il suo amaro quanto comprensibile sfogo verso chi "rema contro i mondiali" con "critiche gratuite al grande evento" ma ora, soprattutto, con la minaccia di uno sciopero dei taxi a Malpensa, il nostro sindaco Fontana, mostrando una coda di paglia più grande di lui, portava come esempio di risvolto positivo per tutti i cittadini "nuovi parcheggi e strade rifatte". Pensavo a quanto possa essere relativo il concetto di strade rifatte facendo lo slalom tra buche, tombini, rammendi e rammendi dei rammendi, e assaporando uno ad uno gli undici dossi undici disseminati su quel tragitto. Ormai li conosco alla perfezione. Non ce n'è uno uguale all'altro. Si va dal gentile trapezio lungo bordato di pietra alla cunetta carognona fatta "a oeucc" con l'asfalto, passando attraverso svariati ibridi tra le due razze.
L'unica cosa che hanno in comune tra loro è lo stato di salute, che è pessimo. Qualcuno più qualcuno meno, sono tutti sconnessi, smangiati dal passaggio di camion e auto, con le righe di vernice ormai cancellate.
Così, per aggiungere quel tocco di difficoltà in più che l'automobilista tanto apprezza.
Mentre guidavo, consideravo che se il percorso di gara fosse passato di lì io e mia figlia avremmo potuto godere per qualche anno di una strada in ottime condizioni, asfaltata come da manuale, al prezzo tutto sommato ragionevole di quattro giorni di chiusura dell'asilo contro i due che pagheremo in cambio di un bel niente. Ovviamente, gli undici dossi undici sarebbero stati rimossi e chissà quando rimessi tutti e undici.
Ma il mondiale passa altrove, purtroppo, e si vede. Soprattutto se si arriva fino in fondo, alla nuova rotonda di Calcinate, tutta fiori e zampilli d'acqua, dove sembra di oltrepassare un'improbabile frontiera tra Moldavia e Svizzera.
Poi, improvvisamente, l'illuminazione. Mi sono reso conto che si può far di molto meglio, risparmiando al contempo svariati milioni, per il ciclismo, la fama e il prestigio di Varese.
Anziché preoccuparci di asfaltare le strade benedette dai mondiali, perché invece non valorizziamo il nostro immenso patrimonio di strade sconnesse e la nostra sterminata collezione di dossi? Un itinerario ben studiato offrirebbe al mondo una gara entusiasmante, senza alcun paragone con altre.
Il pavé della Parigi-Roubaix diventerebbe cosa da dilettanti, se paragonato alle buche traditrici, ai dossi spezzascatti sulle salite e spezzabraccia sulle discese dell'ormai mitica...già, come si potrebbe chiamare? La Millebuche Varesina...o la CentoDossi Padana...il nome non ha importanza, è l'idea vincente, che conta.
Se fossi il sindaco ci penserei molto seriamente.
martedì 9 settembre 2008
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2 commenti:
Io sono convinto che il nostro sindaco di Varese sia lungimirante. E' vero, oggi un asfalto perfetto come al Mugello si vede solo sul percorso del Mondiale. Però, siccome Varese è Land of Tourism, presto tutte le strade saranno messe a posto. Pensate che figuraccia che ci facciamo se un turista arriva dall'Inghilterra e vede che ci sono le buche. Magari dice "Ehi, what's all this schifo? Me avvevano racontato di Varese land of tourism e qui c'è solo strada fatta di pudding, porca paletta!" Oppure un turista tedesco che sale alla Villa Panza o alla Villa Ponti e dice "Wow, qvi mi zento a kasa mia, strade di otimo gruviera, ahahaha."
Io non credo che il nostro sindaco voglia fare una figuraccia perciò penso che farà un buon lavoro.
Buona giornata
Roy Batty
Immagina invece un turista francese che si inalbera isterico mentre esclama "mi avavano deto chi a Vares ci erano le strada del taleggìo e invesce sont de gruviera!"
In ogni caso una manna per Wllace e Gromit! A loro basta che sia di formaggio... e anche per i soliti topi: che il bottino è comunque ghiotto!!
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